Voci d'Italia: Il podcast per imparare la lingua italiana
Trascrizione della puntata
Marta Bentornati a voci d'Italia. Oggi andiamo a Venezia per antonomasia alla città degli innamorati e soprattutto del carnevale. Cerchiamo di scoprire qualcosa in più su questa tradizione, sulle sue origini, costumi, e declinazioni in Italia, con un'ospite d'eccezione, il professor Paolo Balboni, linguista, docente universitario, studioso e autore per la didattica delle lingue, che conosce Venezia molto bene. Buongiorno professore.
Paolo Non mi vedete, ma non sono in maschera ancora.
M. Benissimo, La prima domanda che sorge è di natura linguistica, da dove deriva la parola carnevale?
P Beh, la versione più accreditata è che sia carne vale vale, Ciao, Ciao addio. Nell'antichità, durante il periodo invernale, ma tutto anche il Medioevo, fino a un secolo fa non c'erano i frigoriferi, quindi la carne che si poteva conservare era tutta con spezie, pepe, ma si degradava. Arrivata finalmente alla primavera si potevano avere verdure, e così via, per cui bisognava disintossicarsi e quindi una Quaresima o un Ramadan o una qualunque forma di astinenza dalla carne. Quindi carne vale addio, tutto qua.
M Benissimo, dunque sono famose le maschere del carnevale. Da dove arriva questa tradizione?
O Beh, questa è una tradizione che addirittura va più indietro, va al mondo latino, ai saturnalia, che erano in realtà le feste d'inverno, quindi le vacanze di Natale, ma poi questa tradizione è rimasta. Carnevale era anche un momento in cui, prima di mettersi a dieta realmente, si mangiava l'ultima parte che era rimasta, si faceva grande festa e nelle grandi feste si voleva superare la differenza tra ricchi e poveri, belli e brutti, giovani e vecchi. E quindi ci si mascherava, proprio per una forma di uguaglianza tra tutti. L'unica cosa che contava era mangiare, bere, divertirsi.
M Benissimo, e quali sono le maschere più popolari?
P Allora ci sono maschere tradizionali che oggi non si usano più, che son quelle della commedia dell'arte, Pantalone, Arlecchino, Pulcinella e così via. Oggi la maschera è creatività pura, cioè ci si inventa maschere con tutto. Io una volta un carnevale degli anni 80 mi sono messo una lastra di polistirolo sulle spalle con un buco in mezzo per la testa. Ci ho messo una tovaglia, ho messo un piatto di plastica da cui emergeva la mia testa, ho incollato un po di bicchieri di plastica, mi son messo il limone in bocca e le orecchie da porcellino. Ecco, questo era... ce ne sono continuamente anche di bellissime, ma le bellissime sono quelle che si noleggiano, di tipo settecentesco e così via. Le maschere belle per cui vale la pena di passare per carnevale, se si riesce a passare perché ci sono perfino i sensi unici a Venezia per camminare a carnevale, son le cose fatte dai ragazzi. L'anno scorso c'era una classe che usando spugne, polistirolo, si erano travestite da matite colorate, per cui c'era un gruppo di 20 matite colorate che giravano per la città.
M Che meraviglia, che meraviglia. Bene il carnevale di Venezia, seppur straconosciuto in tutto il mondo, non è l'unico in Italia. Quali sono gli altri Carnevali che possiamo vedere in Italia?
P Prima di quegli italiani ne nominerei un altro famosissimo nel mondo che è il carnevale di Rio. Dove c'è la stessa identica logica, solo che da noi è di primavera, per loro è l'autunno, cioè la fine dell'estate. Da noi invece dicevo, in primavera i più famosi, i due più famosi sono quello di Viareggio e quello di Cento, Viareggio in Toscana e Cento è una città tra Bologna, Modena e Ferrara. Lì, come in molti altri Carnevali meno famosi, c'è anche quello di Ivrea. In Piemonte che è molto famoso, ci sono i tardi, i carri allegorici o carri mascherati che sono dei carri trainati oggi da un trattore, in cui si ricostruiscono con cartapesta i volti dei politici, degli attori e li si prende in giro. Il carnevale è la festa del prendere in giro. Ol proverbio dice a carnevale ogni scherzo vale.
M È vero
P Quindi ci sono grandi sfilate di questi carri che buttano poi alla gente frutta, coriandoli, pezzetti di carta. Stelle filanti, striscie di carta e così via e si canta. Ci sono le bande che che li accompagnano. Ci sono certe volte carri con un gruppo rock e così via.
M Benissimo, grazie. Professore per il suo prezioso contributo, un saluto a tutti e alla prossima.
P Grazie mille anche a voi per avermi invitato.